Saggistica

Sull’orlo del baratro

L’unione europea sopravviverà alla più grande crisi dal Dopoguerra

FRANCESCO DE FILIPPO

Dal 1986 lavora come giornalista per l’Agenzia ANSA, costruendo una carriera ricca di esperienze nelle redazioni di Napoli, Roma, dove ha operato per oltre diciassette anni, e Genova, maturando una solida competenza nel settore dell’informazione.

Dal 2011 risiede a Trieste, dove prosegue il suo percorso professionale. È stato corrispondente per Il Sole 24 Ore e redattore capo della rivista Arte & Carte, distinguendosi per il suo contributo editoriale. Ha inoltre guidato la cooperativa Informedia come presidente e lavorato come addetto stampa per diverse organizzazioni di rilievo campano e nazionale, apportando un contributo significativo alla loro comunicazione.

La “primavera araba”, i rapporti israelo-palestinesi, il ruolo dell’Unione Europea nel Mediterraneo e nei rapporti con i vicini dell’Est, la crisi greca, la Tobin tax, i rapporti franco-tedeschi, i limiti della politica italiana e molto altro in questo libro-intervista che vede al centro uno dei politici italiani più noti e stimati in Europa. Ma è l’Unione europea a ricoprire una parte fondamentale di questo lavoro.
La Ue non può e non deve crollare.

La crisi che stiamo attraversando è di spaventose dimensioni ma Bruxelles ha gli strumenti per difendere il continente. Il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, individua il percorso che i Paesi e l’organo sovranazionale che li rappresenta e unisce devono compiere per uscire da una situazione che ha portato la grande istituzione sull’orlo del baratro. E non lesina critiche a quei governi che per tornaconti elettorali e scarsa lungimiranza politica intendono da questa situazione accrescere la distanza economica tra i Paesi, contribuendo a un’Europa sempre più a “doppia velocità”.

Mancano le grandi stature politiche, gli Adenauer, i Mitterrand, gli Spinelli, ma, a sostenere le sue idee, Pittella ha un europeista convinto ed esperto come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tenace sostenitore di “sempre più Europa”. Un parere condiviso anche da tecnici di caratura internazionale come Daniel Gros, Stefano Micossi e John Mifsud.